sabato 23 maggio 2015

AFRICANI IN VISITA A TORRE ANNUNZIATA, POI ... IL MASSACRO!!!


Ringrazio personalmente, ancora una volta, la Prof. Ida La Rana 
Prof. Ida La Rana  https://goo.gl/y95JEa






 per il preziosissimo contributo fornito alla realizzazione e la stesura di questo articolo, inerente, come sempre, una pagina di storia riguardante la nostra città natia, Torre Annunziata.    






 
Un  giorno d'agosto del 1889, Torre Annunziata.

L'occasione era solenne, importante e delicata.

Ad attendere la delegazione straniera dell'ambasciata scioana, all'ingresso della Real Fabbrica d'Armi, c'erano le personalità di primo piano:  


Ingresso Real Fabbrica D'Armi

il Regio delegato Cav. Aldo Goretti, che si era appena insediato al Municipio dopo che era stata sciolta la giunta con a capo il Sindaco, Ciro Ilardi;
il Direttore della Fabbrica delle Armi, Colonnello Gabriele Buonocore, che diventerà il nuovo Sindaco dopo il breve lavoro del Goretti.

Illustrazione d'epoca


Attendevano invece all'interno un nutrito gruppo di ufficiali di tutte le Armi del Regno.

I visitatori erano guidati dal Ras Maconnen, cugino del Re Menelik, l' imperatore dell'Etiopia, seguito da una folta delegazione.

fonte Wikipedia



Accompagnavano il Ras, il Conte Augusto Salimbeni, il Maggiore Rogiero Grande e il Cavalier Menzinger.


L'occasione era la verifica dell'accordo, il famoso  trattato di Uccialli, appena  firmato tre mesi prima  dal Regno Italiano, ma che, a causa di una parola mal interpretata, aveva  stravolto il senso dell'alleanza tra italiani ed etiopi.

                              http://goo.gl/EU4bfE.

Padre di Tafarì Maconnèn, futuro imperatore d'Etiopia con il nome di Hailè Selassiè, il Ras giunse in Italia in occasione di una visita nelle maggiori città e, tra le mete fissate, Torre Annunziata venne scelta per l'importanza del suo sito militare.

Grande  lo stupore tra gli africani per le modernissime macchine che lavoravano all'interno dei laboratori, come ci raccontava dettagliatamente il cronista nel suo articolo.

Alla vista dei quarantamila fucili nuovissimi appena preparati dal personale e dai maestri di armi, il Ras non resistette alla tentazione di provare a sparare, colpendo l'obiettivo ad una distanza di duecento metri.

Al termine delle lunga visita, dopo il brindisi di saluto, Ras Maconnen volle ringraziare i dirigenti dell'impianto per avergli dato modo di assistere a scoperte per lui inimmaginabili, augurandosi di ritornare presto per una nuova visita.


Non verrà più, purtroppo. Ritornerà nella sua terra a combattere, dopo appena cinque anni, quegli italiani che erano stati suoi amici.

Difatti, il trattato di Uccialli non volle essere ridiscusso da Crispi, Presidente del Consiglio italiano, e la guerra ne fu la conseguente causa.

Gli etiopi erano pronti.


Nel frattempo avevano acquistato armi dalla Russia e dalla Francia con i quattro milioni di lire prestati da Roma.

Dall'Italia invece comprarono migliaia di fucili modello Carcano 91 e quattro milioni di cartucce, vitali per la loro attività, dato che non disponevano neanche di una fabbrica per la polvere da sparo.

I nostri soldati avevano ancora la vecchia versione del fucile Vetterli.

L'episodio più cruento di quei due anni in cui si consumò  la 1° Guerra italo-etiopica rimase la Battaglia di Amba Alagi, già raccontata qui,      http://goo.gl/jQbCQr , del sette dicembre 1895, dove la colonia di uomini erano guidati dall'eroico Maggiore Pietro Toselli:



fonte Wikipedia

erano 2500 in tutto, vennero annientati dai 30 mila abissini comandati da Ras Maconnen, mentre attendevano aiuti e rinforzi che mai arrivarono.

Non erano neanche la decima parte dell'esercito avversario.





L'eroica morte di Pietro Toselli e del suo IV Battaglione ebbe vasta eco in Italia.


Pietro Toselli era stato  impiegato nella Fabbrica di Torre Annunziata dal 1880, lasciando ottimi ricordi  nella nostra città, e prova ne è  l'attestato di affetto dedicatogli nell'occasione della sua morte, manifestato dal Sopraintendente Prisco, dell'Ospedale Civico di Torre Annunziata e  ripreso dagli organi di stampa con un bellissimo articoletto in cui si ricordava il coraggioso e generoso uomo e militare piemontese.


La Stampa 14 Dicembre 1895

Poi, in occasione della campagna d'Africa, il Toselli si era stabilito in quella zona con le sue truppe a coordinare le operazioni di occupazione.

Era molto rispettato dai vari Ras, i quali a lui si rivolgevano spesso per negoziare e risolvere questioni tra i vari raggruppamenti.

A onor del vero, anche Ras
Maconnen, si era distinto piu' di una volta in modo cavalleresco nei confronti dei nostri uomini, in segno di rispetto e di riconoscenza per il passato da alleato; ma il destino volle mettere di fronte in quel sette dicembre  del 1895  i due uomini  che non avevano avuto l'opportunità di incontrarsi pacificamente a Torre Annunziata, in quanto  vi sostarono a distanza di 4 anni; ora erano entrambi l'uno di fronte l'altro,  a capo dei due eserciti opposti, ma con  numero proporzionalmente svantaggioso per i nostri; per questo motivo il Ras inoltrò dei tentativi per evitare lo spargimento di sangue inutile, ma gli ordini giunti a Toselli erano di resistere, in attesa di rinforzi ...


Tre mesi dopo, Ras
Maconnen, era protagonista ancora di un'altra epica battaglia, quella di Adua, questa volta contrapposto al Maggiore Giuseppe Galliano.

Dopo aver inutilmente offerto la possibilità di salvezza agli italiani in cambio del territorio occupato, anche in questo caso gli ordini da Roma furono di resistere e combattere per mantenere il forte di Macallè.

La lettura, nello scambio di missive tra i due uomini che si trovavano di fronte, uno contro l'altro, con i loro eserciti di proporzioni diverse, è qualcosa di meraviglioso e terribile.



Tratto dal libro"Conflitti armati e situazioni di emergenza:la risposta del diritto..." di Irini Papanicolopulu, Tullio Scovazzi
 
Ancora una disfatta, altri diecimila morti.

Il governo Crispi fu aspramente criticato e costretto alle dimissioni.

Dopo ancora sei mesi, giunse finalmente la soluzione diplomatica con il trattato di pace di Addis Abeba, con il quale il Negus riconobbe la sovranità italiana sull'Eritrea.

In cambio il governo italiano abrogò il trattato di Uccialli e rinunciò a qualsiasi ingerenza nella politica dell'Impero etiope.

Ras
Maconnen, morì nel 1906, undici anni dopo il Maggiore Pietro Toselli a cui aveva inflitto la morte e con cui aveva in comune la conoscenza di Torre Annunziata e della sua sbalorditiva Fabbrica delle Armi.

Suo figlio, Hailè Selassiè, http://goo.gl/4HrD9Z

prenderà il potere in Etiopia nel 1930 mantenendolo fino al 1974, tranne che nei cinque anni del periodo fascista.


Nella sequenza in basso, il resoconto della visita a Torre Annunziata del Ras
Maconnen, nell'agosto del 1889, con cui abbiamo aperto questo nostro racconto.








Corriere di Napoli 1889, Agosto.

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